Pensando al contatto e alla sua comunicazione silenziosa e complice.

 Nel contatto fisico fra due esseri , due parti si presentano e timidamente si svelano. Il segreto è racchiuso nello stesso istante in cui si incontrano: solo le due parti sanno profondamente cosa accade in quel momento. Milioni di informazioni corrono lungo le reti neuronali ma l’essenza del contatto rimane lì, memoria indelebile, storia vissuta, patrimonio della nostra anima. Nel contatto ci si mostra in verità, ecco perché alcuni lo temono. Le maschere esteriori lo possono alleggerire, colorare o svilire ma la comunicazione segreta, quella no, quella rimane. E anche quando si “dimentica” è estremamente veloce a riapparire ad un successivo incontro. Con il contatto gentile si ritorna nel grembo materno, si riconosce l’amore, si cura l’anima. Chi lo pratica per servizio al prossimo lo sa bene, chi lo riceve lo sa ancora meglio.

 Sapere entrare in contatto è come possedere un passepartout per la porta del cuore. E’ un grande dono e una immensa responsabilità. Il ricordo del contenuto di quella stanza andrebbe sempre preservato, anche quando si perde il filo delle reciproche esistenze, perché è entrato in noi e in qualche modo ci ha cambiato, perché diventa parte dei segreti inviolabili del nostro Sé.

 Praticare il contatto è un esercizio al silenzio e all’ascolto, è un ‘Arte in cui una parte del divino in noi si sposa con una parte del divino nell’altro, chiunque esso sia, Albero, Pietra, Animale, Umano. Significa danzare e vibrare all’unisono sul palcoscenico della Vita. Contattiamoci.

 

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